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il grande Boh

Jovanotti

il grande Boh

In breve
Il racconto, le foto, le poesie, il diario di un viaggio lunghissimo. I momenti di solitudine, le difficoltà e le gioie, in questo libro di Jovanotti adatto a ragazzi, adulti e anziani
Il libro
La musica e la poesia, l'Africa e New York, la Patagonia in bicicletta e il Sahara sotto un "cielo uterino", a cui s'aggiungono per questa edizione tascabile tre memorabili giorni a Salvador do Bahia. Jovanotti ci ha fatto dono di un libro che è insieme diario di viaggi e taccuino di pensieri, "romanzo" d'avventure e canzone d'amore dedicata a un mondo in cui non esistono frontiere.
Approfondimento
L'oceano di sabbia del Sahara e le dune di asfalto di New York, il Sudafrica delle contraddizioni e la Patagonia delle biciclette, la registrazione del disco L'Albero e il set del film girato in Marocco. Camion, tende, "deserti uterini", slalom di comete. Messico e nuvole, Buenos Aires e Atene, Caracas e Cortona. L'Avana e la via Emilia. Mondi, musiche, giorni, e il loro diario. Un libro di ricordi, di impressioni, di suoni, di colori, di pensieri. Un viaggio sulle orme del viaggio, per non smettere mai di viaggiare. "Sono sicuro che questa strada è senza uscita e a un certo punto mi troverò a fare i conti con il mio modo di scrivere le canzoni e quindi con il mio modo stesso di pensare e che dovrò cominciare a fare le cose come se veramente nessuno le ascoltasse, per uscire definitivamente dallo schema del genere musicale che è lì come un caldo fuoco protettivo che mi invita a non partire, a non mettermi in viaggio, perché decidere di viaggiare vuol dire comunque non potersi mai legare a niente e a nessuno. Ma io sono un viaggiatore. Non si può essere viaggiatori preoccupandosi ogni volta di costruire una casa nei posti dove ci si ferma, perché quella casa sarà sempre una catapecchia neanche paragonabile ai castelli di chi i posti li abita da sempre e per sempre, il viaggiatore trova la sua casa nel muoversi, la mobilità è il suo equilibrio, il muoversi è il suo modo di essere radicato. La mia è sempre di più la lingua dei viaggiatori e chi decide di ascoltarmi deve sapere che io sono uno che racconta mondi che ha visto e mondi che vuole vedere, e che non conosco a fondo la lingua del posto, la lingua degli stanziali, strimpello strumenti e parlo male diverse lingue e di volta in volta ho bisogno di musicisti e di interpreti per metter su le tende nel luogo e restare finché non mi riprende il senso di irrequietezza che mi porta a fare di nuovo i bagagli e partire. Sono arrivato al punto che il mio bagaglio è un po' troppo pesante, faccio di nuovo fatica a muovermi con agilità portandomi dietro tutta questa roba accumulata, è arrivato il momento di lasciare un po' di bagaglio, di alleggerirmi e di prendere una strada nuova magari solo con le scarpe ai piedi e il necessario per sopravvivere." L'oceano di sabbia del Sahara e le dune di asfalto di New York, il Sudafrica delle contraddizioni e la Patagonia delle biciclette, la registrazione del disco L'Albero e il set del film girato in Marocco. Camion, tende, "deserti uterini", slalom di comete. Messico e nuvole, Buenos Aires e Atene, Caracas e Cortona. L'Avana e la via Emilia. Mondi, musiche, giorni, e il loro diario. Un libro di ricordi, di impressioni, di suoni, di colori, di pensieri. Un viaggio sulle orme del viaggio, per non smettere mai di viaggiare. "Sono sicuro che questa strada è senza uscita e a un certo punto mi troverò a fare i conti con il mio modo di scrivere le canzoni e quindi con il mio modo stesso di pensare e che dovrò cominciare a fare le cose come se veramente nessuno le ascoltasse, per uscire definitivamente dallo schema del genere musicale che è lì come un caldo fuoco protettivo che mi invita a non partire, a non mettermi in viaggio, perché decidere di viaggiare vuol dire comunque non potersi mai legare a niente e a nessuno. Ma io sono un viaggiatore. Non si può essere viaggiatori preoccupandosi ogni volta di costruire una casa nei posti dove ci si ferma, perché quella casa sarà sempre una catapecchia neanche paragonabile ai castelli di chi i posti li abita da sempre e per sempre, il viaggiatore trova la sua casa nel muoversi, la mobilità è il suo equilibrio, il muoversi è il suo modo di essere radicato. La mia è sempre di più la lingua dei viaggiatori e chi decide di ascoltarmi deve sapere che io sono uno che racconta mondi che ha visto e mondi che vuole vedere, e che non conosco a fondo la lingua del posto, la lingua degli stanziali, strimpello strumenti e parlo male diverse lingue e di volta in volta ho bisogno di musicisti e di interpreti per metter su le tende nel luogo e restare finché non mi riprende il senso di irrequietezza che mi porta a fare di nuovo i bagagli e partire. Sono arrivato al punto che il mio bagaglio è un po' troppo pesante, faccio di nuovo fatica a muovermi con agilità portandomi dietro tutta questa roba accumulata, è arrivato il momento di lasciare un po' di bagaglio, di alleggerirmi e di prendere una strada nuova magari solo con le scarpe ai piedi e il necessario per sopravvivere." Jovanotti

CHF 12.50

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ISBN 8807816040
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Buchpreis
Verlag Feltrinelli
Jahr

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