Il titolo di questo libro coagula in sé il valore profondo dell’opera di Vanni Bianconi, che raggiunge qui la piena maturità espressiva. V’è il senso del camminare lungo un percorso esistenziale e umanissimo, fatto di fatica e di gioia, di ostacoli e di ritmo da scoprire e mantenere...
...E il ritmo è appunto una delle più vitali componenti di questa poesia, che sa esprimersi ormai in forme variegate, ora tradizionali e ardue, come la sestina dantesca, ora volutamente più libere. Nelle tappe del suo incedere, Bianconi incontra se stesso, la sua storia familiare, le esperienze essenziali della vita – la morte, l’amore, la paternità –, eppure ogni tratto del viaggio si apre alla dimensione più vasta della vita collettiva, della memoria e della speranza non di un semplice io ma di un commosso noi, appena mormorato ma non per questo meno pregnante, meno intenso. Ma Il passo dell’uomo è anche il varco periglioso, la bocchetta da raggiungere nella vita e nella scrittura che chiede impegno e tenacia, e promette qualcosa: una possibile rifondazione, una crescita, forse una vita nuova. Un dialogo, anche, aperto e franco con i propri maestri e con i compagni di strada, che l’autore chiama a fraterna raccolta dai due vastissimi territori culturali a lui noti e cari: la tradizione italiana e quella anglosassone. E così, nella pagina conclusiva ispirata a Silvia Plath, gli umili funghi che salgono caparbiamente dal basso possono davvero dire, con l’autore: or ora erediteremo la terra. (Fabio Pusterla)
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ISBN | 9788877136503 |
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Verlag | Casagrande |
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