Troppo? E' questo un termine che si declina bene con la modernità. Troppi desideri, troppe parole, troppi pensieri, troppe emozioni, troppo lavoro, troppa fame, troppo amore, troppo poco amore, troppo dolore, troppi soldi, troppo pochi soldi, troppa voglia di novità, senza mai aspettare i tempi giusti, insomma l'insostenibile voglia di troppo si sta diffondendo nella vita delle persone. Il "troppo" può essere tante cose, può rappresentare un modo di esprimere la propria insoddisfazione o può essere una condizione dei tempi della modernità, che richiede proprio che le persone vogliano …troppo!
Non solo l'avere, ma anche l'essere si confronta con il troppo. Così ci si trova a voler essere sempre di più e diversi nella misura in cui questo ci fa sentire bene e soddisfatti di noi stessi. Il vivere la quotidianità porta a confrontarsi con le proprie aspettative e i problemi che sorgono senza che noi glielo chiediamo. Le aspettative possono dare molta carica al comportamento e si possono trasformare in obiettivi da raggiungere e soddisfazioni da cogliere. La forza che ti dà un obiettivo raggiunto, spesso con sacrificio e determinazione, porta a definire un significato al tempo che dedichiamo quotidianamente per le faccende che ci riguardano. Non c'è di fatto un limite che si pone alla voglia di un futuro che sia pieno di gioia e valore. La voglia di fare, di sperimentare, di trovare nuove forme per agire, rappresenta una risorsa di inestimabile valore che spinge all'azione. Ed è proprio l'aspetto concreto della realizzazione che rappresenta il punto fondamentale di ogni intenzione. Se il risultato non arriva sembra di aver sprecato del tempo, …troppo tempo! Il troppo può essere considerato nella sua forma di guardare l'aggiungere alla vita, o nel privarsi nella vita. E' possibile essere malati del troppo e continuare come se fosse una dimensione normale della propria vita?