Le nuove tecnologie stanno cambiando il modo di lavorare e produrre. L’occupazione è sempre più flessibile e precaria. Cresce il lavoro a tempo determinato, il part time, il lavoro a chiamata, quello neoindipendente dei freelance. Cresce il numero di salariati a cui viene estesa la giornata lavorativa senza un compenso supplementare; di indipendenti che faticano a farsi riconoscere il proprio lavoro, soprattutto nei settori culturali; di stagisti plurilaureati impegnati a tempo pieno in cambio di un attestato da allegare al proprio CV. Figure come i cosiddetti turker, lavoratori digitali a cottimo che compiono microattività, oppure i rider, sempre più essenziali nella rete della distribuzione, esemplificano forme di lavoro poco remunerato a cui troppo spesso si aggiungono richieste di prestazioni gratuite. La massima flessibilità e la disponibilità permanente unite alla puntualità della prestazione lavorativa remunerata, sulle quali si basa il lavoro nel mondo digitale, hanno un impatto che va ben oltre la gig economy e si estende al lavoro in generale, svelando l’esistenza di vaste aree di gratuità lavorativa e invisibilità statistica. Usando gli strumenti dell’inchiesta sociale e dando voce a chi opera in questo nuovo paradigma, gli autori sviscerano il fenomeno del lavoro gratuito e ne rintracciano origini, abusi e conseguenze, offrendo elementi di critica e riflessione al dibattito contemporaneo. Il libro è accompagnato da: § una presentazione di Giambattista Ravano, direttore della ricerca, dello sviluppo e del trasferimento di conoscenza della SUPSI; § una nota introduttiva di Françoise Gehring e Chiara Landi, sindacaliste, Gruppo donne dell’Unione sindacale svizzera, sezione Ticino e Moesa; § una postfazione di Francesca Coin, professoressa associata di sociologia all’Università di Lancaster
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ISBN | 9788877139245 |
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Sprache | ita |
Seiten | 176 |
Verlag | Casagrande |
Jahr | 2022 |
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