La Lanterna è un libro complesso. Può essere letto come un compendio delle conoscenze scientifiche, psicanalitiche, filosofiche, storiche e religiose dell'autore. Conoscenze che in maniera originale ha diffuso nei suoi libri precedenti, da Trilogia Arcana a Nuda storia, da Forme degli Animali ai numerosi romanzi. La Lanterna è però anche una ricapitolazione di tante esperienze esistenziali riaffioranti con forza nei romanzi, nei racconti e nelle poesie di una vita. Il libro insomma interseca armoniosamente l'intera produzione dell'autore. E lo fa in maniera convincente ma leggera trasformando i crudi fatti storici e le fredde conoscenze scientifiche o dottrinali in palpitanti attimi di vita e in persone reali che attraversano con passione il tempo e lo spazio. Questa profonda vitalità deriva dalla caratteristica di narrare in maniera soggettiva e quasi personalistica sia i fatti storici, che disegnano fedelmente un'epoca, sia le idee più rarefatte che si vestono da personaggi. Così le esperienze di vita acquisiscono un alone mitico e le figure mitiche un alone domestico. Il punto di forza è che nell'ampia cultura di Bani non esiste la distinzione tra piano alto e piano basso del pensiero o delle esperienze. Ne è prova la lingua stessa con cui è intessuto il libro. Si affiancano termini aulici a espressioni gergali, lemmi ormai caduti in disuso a neologismi, infine parole spesso inventate ma di chiaro significato, come si confà al Bani poeta. E fortemente vibranti di emozione, molte pagine si stampano nella memoria e vi rimangono, dense di sentimenti come poesie. Altre pagine invece sono taglienti come lame tanto il pensiero vi si fa nitido, quasi irraggiungibile divinità. Tutto lo scibile umano fa la sua apparizione in questo libro, insieme ad una gamma esperenziale della massima ampiezza, dove l'Io e l'Altro si mescolano e si confrontano, dove il mio e l'altrui diventano patrimonio comune.